Pubalgia
- Pubblicato: Domenica, 29 Marzo 2020 00:00
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La pubalgia è una patologia spesso sottovalutata, può rivelarsi molto dolorosa e capace di costringere gli atleti a lunghi periodi di fermo. Le categorie più esposte sono gli sportivi, nello specifico calciatori, tennisti, rugbisti e podisti. Questi sport utilizzano dei pattern motori specifici che causano intensi carichi di lavoro a livello del bacino. Se trascurata, rappresenta una condizione molto invalidante per lo sportivo, quindi è necessario riconoscere tempestivamente i sintomi. Proviamo quindi a conoscerla meglio.
Come riconoscerla?
Prima di approfondire la patologia, proviamo a fare chiarezza sulla zona anatomica interessata. L’osso pubico fa parte delle ossa del bacino, si trova nella regione anatomica anteriore bassa della pelvi, è un osso pari e si articola anteriormente con la sinfisi pubica e contribuisce in parte alla formazione dell’articolazione dell’anca.
La pubalgia si presenta con dolore pubico o all’inguine, principalmente negli atleti. La diagnosi è difficile a causa della complessità anatomica dell’area inguinale, della biomeccanica della regione pubica e del grande numero di potenziali fonti di dolore all’inguine. Spesso è un problema anche per il terapista poiché all’evidenza esistono differenti forme di pubalgia. La diagnosi differenziale è molto vasta e le cause possono essere molteplici:
- Problematiche tendinee;
- Muscolari;
- Ossee;
- Articolari;
- Borsiti;
- Intrappolamenti nervosi.
Come abbiamo già sottolineato, il modo migliore per contrastare la pubalgia è riconoscerla tempestivamente così da evitarne l’aggravarsi.
I sintomi sono abbastanza caratteristici, la pubalgia si presenta di solito con dolore nella zona pubica che si irradia all’interno coscia e nei casi più rari si può estendere fino alla zona retro-pubica, creando fastidi nel momento dell’urinazione. Il dolore può presentarsi al risveglio e all’inizio dell’attività fisica. Nelle prime fasi, il dolore tenderà a sparire con il movimento, si tratta di una leggera degenerazione dovuta al sovraccarico. Questo è il momento giusto per intervenire ed eliminare il problema. Nei casi più gravi, quando si sottovaluta il problema, si arriva ad un dolore acuto e persistente nella zona del pube che si fa sentire maggiormente nei momenti di sforzo e quando si compiono movimenti bruschi. Le zone anatomiche coinvolte sono la zona dei muscoli adduttori e gli addominali, per questo viene anche definita sindrome retto-adduttoria. Il dolore può presentarsi anche all’addome, coinvolgendo il muscolo ileo-psoas.
Quali sono le cause?
Microtraumi e sovraccarichi sono le cause principali, quindi un allenamento troppo eccessivo o troppo intenso, caratterizzato da movimenti specifici ripetuti tante volte. Per questo la pubalgia si presenta negli atleti, professionisti e non. Questo tipo di pubalgia è anche detta sindrome retto-adduttoria. In questo tipo di pubalgia abbiamo una infiammazione cronica nelle inserzione tendinee sul pube dei muscoli addominali e del retto dell’addome. Questo accade perché il pube è il centro in cui confluiscono notevoli tensioni, sia dall’alto con gli addominali, che dal basso con gli adduttori i quali si trovano ad agire su uno spazio esiguo favorendo il sovraccarico funzionale.
Alla base ci possono essere dei problemi posturali, degli errori nell’allenamento o delle irregolarità nel campo da gioco. I più colpiti sono i calciatori, gesti tecnici tipo scatti e calci provocano sovraccarico in questa regione anatomica. Oltre i microtraumi, la comunità scientifica ha identificato almeno 70 diversi fattori che possono scatenare un infiammazione al pube, questo la rende una patologia di difficile diagnosi.
Come curare la pubalgia?
Nella fase iniziale, è richiesto un periodo di riposo. I tempi di recupero, quindi a durata del periodo di fermo, variano in base alla gravità della sindrome. Può essere utile l’assunzione di antiinfiammatori se prescritti dal medico e l’applicazione di ghiaccio. Un importanza fondamentale ricopre l’approccio fisioterapico che si pone come obiettivo la riduzione della sensazione dolorosa tramite l’utilizzo di mezzi fisici che hanno funzione antiinfiammatoria, risulta efficace l’utilizzo di onde d’urto, tecarterapia e laserterapia.
Oltre alla terapia fisica è necessario ricreare un equilibrio muscolo-scheletrico, effettuando esercizi di rinforzo per migliorare la tolleranza di carico dei tendini interessati (fase di rinforzo).
Per evitare recidive e per liberarsi definitivamente della pubalgia, il fisioterapista nelle ultime fasi del trattamento lavorerà sulla postura (fase di riequilibrio posturale).
Nello specifico il trattamento manuale della pubalgia prevede innanzitutto una valutazione della meccanica articolare del bacino e soprattutto della sinfisi pubica per il recupero della normale mobilità articolare. Il fisioterapista potrà effettuare un lavoro diretto sulla sinfisi di decoattazione, di allungamento dei muscoli coinvolti, come l’ileopsoas, il piriforme e il quadrato dei lombi.
Con l’esercizio terapeutico mirato si otterrò una migliore vascolarizzazione dei tessuti, rinforzo delle strutture più deboli e maggiore elasticità delle strutture più rigide.
Proposta trattamento con esercizi di stretching e rinforzo:
1. Allungamento ileopsoas(foto): in posizione del cavaliere, con la gamba da trattare dietro, si spinge il peso del corpo in avanti in modo tale da allungare l’ileopsoas della gamba che sta dietro.
2. Allungamento piriforme(foto): in posizione supina, si allunga al petto la gamba da trattare, con le mani si spinge il ginocchio verso il petto e contemporaneamente verso la spalla opposta.
3. Allungamento extrarotatori d’anca(foto): in posizione prona, ginocchio flesso e intrarotazione d’anca.
4. Rinforzo addominali(foto): in posizione supina, anche e ginocchia flesse a 90°, fare un movimento di flesso estensione delle anche mettendo le mani sotto la colonna lombare e contraendo bene la parte addominale.
5. Rinforzo adduttori isometrica(foto): in posizione supina, un cuscino o una palla in mezzo alle ginocchia che sono flesse, si contraggono gli adduttori stringendo la palla con le ginocchia per 5 secondi.
6. Rinforzo adduttori(foto): in decubito laterale, sul fianco del lato da trattare, la gamba opposta si piega con il piede poggiato per terra, si effettuano dei movimenti della gamba in adduzione.
7. Rinforzo adduttori eccentrica con elastico(foto): in posizione supina con le gambe flesse, far passare l’elastico sul ginocchio della gamba da trattare e fissarlo esternamente, si effettuano dei movimenti lenti in adduzione di anca.
Per i pazienti che soffrono di pubalgia cronica questi esercizi dovranno essere effettuati con frequenza regolare in modo tale da poter mantenere un buon equilibrio muscolo-scheletrico ed evitare il sovraccarico.
Nella fase finale potranno essere effettuati degli esercizi propriocettivi con pedane e di core stability, insieme alla correzione dei pattern motori sportivi, necessaria per prevenire nuovi sovraccarichi e nuovi infortuni.
In conclusione se avvertite un fastidio nelle zone anatomiche del pube e siete degli sportivi o avete effettuato allenamenti intensi nell’ultimo periodo non esitate a contattare tempestivamente un professionista così da evitare l’aggravarsi della patologia e della sintomatologia dolorosa.
ALICE BUCCHERI
Fisioterapista Physiolab Roma