Riabilitazione del pavimento pelvico
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- Pubblicato: Domenica, 09 Luglio 2017 11:03
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La riabilitazione del pavimento pelvico rappresenta ormai un indispensabile approccio terapeutico a molteplici disfunzioni, tra le quali vanno segnalate l' incontinenza urinaria, l' incontinenza fecale, la stipsi, il prolasso genitale, e il dolore pelvico cronico e le disfunzioni sessuali.
Tale tipo di riabilitazione è raccomandata nel post-partum, nelle fasi precoci di disfunzione perineale, nelle pazienti in attesa di chirurgia pelvica e nel periodo immediatamente successivo all' intervento chirurgico.
È stato stimato che le disfunzioni del pavimento pelvico colpiscono circa un quarto della popolazione adulta, in gran misura donne, e solitamente si manifestano con sintomi di stitichezza, incontinenza, segni di prolasso d' organo, difficoltà o impossibilità ad avere rapporti sessuali.
Alcuni tra i fattori predisponenti possono essere i parti naturali, i traumi al bacino, gli interventi chirurgici (addominali, prostatectomie), l' obesità, la tosse cronica, alcune patologie neurologiche (Sclerosi Multipla, malattie cerebrovascolari) e disturbi cognitivi (Alzheimer, demenza senile).
Questi problemi non influenzano la durata media della vita, ma incidono in maniera considerevole sul quotidiano e sulla qualità di vita della paziente. Le perdite involontarie di urina, feci o gas, l' urgenza minzionale, l' impossibilità o la difficoltà ad avere una vita sessuale attiva determinano sicuramente una condizione di vita non ottimale e possono essere causa di situazioni imbarazzanti vissute nella vita di coppia, familiare, sul luogo di lavoro e in qualsiasi contesto sociale.
Il pavimento pelvico rappresenta il piano di chiusura caudale della cavità addominale. Esso è un importante sistema neuro-muscolo-fasciale, che realizza contemporaneamente:
- un sistema di contenimento (OSSA DEL BACINO: ILEO, ISCHIO E PUBE, nonché SACRO E COCCIGE)
- Sospensione (FASCE E LEGAMENTI)
- Sostegno (MUSCOLI, di cui l' ELEVATORE DELL' ANO è sicuramente il più importante)
Il pavimento pelvico è attivo sia attraverso un' azione tonica di base, per sostenere visceri pelvici e mantenere la continenza, sia modificando la sua azione ogni volta che varia la pressione endoaddominale (mantenimento della postura, respirazione, fonazione, risate, colpi di tosse, starnuti).
Un' alterazione delle sue strutture si traduce in patologie di natura:
- Ginecologica ed uroginecologica
- Incontinenza urinaria (da stress, da sforzo, mista, vescica iperattiva)
- Prolasso d' organo (cistocele, rettocele, colpocele, enterocele, isterocele)
- Coloproctologica
- Incontinenza di gas e/o feci
- Stipsi cronica
- Sessuale ed algologica
- Dolore pelvico cronico
- Dispareunia (dolore durante il rapporto sessuale)
- Vulvodinia
- Vaginismo
Queste patologie possono essere affrontate con un trattamento riabilitativo personalizzato, conservativo e completamente dedicato alla muscolatura perineale, prima di ricorrere ad un intervento chirurgico.
Il/La paziente viene affidato al fisioterapista, che avrà il compito di redarre un programma riabilitativo individuale dopo aver eseguito un' attenta ed accurata valutazione. Questa comprende un' anamnesi, con la raccolta dei dati utili, un esame obiettivo, con valutazione visiva e manuale della muscolatura pelvica e della condizione del/della paziente e l' utilizzo di utili strumenti quali il diario minzionale, il pad test e i questionari.
L' intervento terapeutico viene realizzato in tre fasi consecutive tra loro:
- Consapevolezza e presa di coscienza dell' attività motoria del pavimento pelvico;
- Normalizzazione dei parametri muscolari alterati;
- Automatizzazione e recupero funzionale nelle attività della vita quotidiana.
Durante la prima fase il fisioterapista aiuterà al paziente di capire e conoscere qual è la zona corporea interessata dal processo riabilitativo. Scopo di questa fase è quella di ottenere una contrazione selettiva del muscolo elevatore dell' ano, senza i compensi di altri muscoli, quali glutei, adduttori, addominali e i posteriori della coscia.
La seconda fase prevede, invece, il trattamento delle componenti muscolari non fisiologiche, quindi eventuali ipertono, ipotono, alterazioni della forza, della resistenza e dell' affaticabilità muscolari.
Infine, la terza fase è sicuramente quella più delicata; il fisioterapista dovrà permettere al paziente di attuare tutto ciò che è stato appreso nel setting terapeutico nelle attività della vita quotidiana, quindi, lo scopo di questa ultima fase è quello di restituire la migliore qualità di vita possibile.
Una volta avviata la fase di trattamento, il fisioterapista potrà avvalersi dell' utilizzo di diverse tecniche riabilitative: la chinesiterapia pelvi perineale, grazie alla quale il/la paziente ad impara ad usare autonomamente la muscolatura del pavimento pelvico, il Biofeedback, la Stimolazione Elettrica Funzionale (SEF), coni endovaginali ecc.
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Il RSQ è un sistema innovativo per la prevenzione e la riabilitazione, capace di ridurre notevolmente i tempi di recupero.
A differenza delle altre terapie, RSQ1 è capace di trattare simultaneamente sia il sintomo che la causa del problema, andando ad accelerare, quindi, il percorso riabilitativo e rieducativo, andando a dimezzare il tempo di inattività muscolare, migliorando la qualità della vita ed incrementando notevolmente forza e resistenza.
RSQ1 è una terapia attiva, durante la quale il paziente esegue movimenti funzionali, permettendo, così, tramite le contrazioni muscolari, una rieducazione neuromuscolare.